Daniele Milvio

Terzultimatum

November 8 - December 18, 2021

Daniele Milvio, Terzultimatum, 2021, installation view, Galleria Federico Vavassori, Milan

Daniele Milvio, Terzultimatum, 2021, installation view, Galleria Federico Vavassori, Milan

Daniele Milvio
Je me rammolis, 2021
Python (deadstock)
188 x 116 cm

Daniele Milvio
Posso offrirle un sigaro? Non fumo! Un liquore? Non bevo! Una sedia? Non siedo!, 2021
Elaphe (deadstock)
93 x 57, 5 cm

Daniele Milvio, Terzultimatum, 2021, installation view, Galleria Federico Vavassori, Milan

Daniele Milvio, Terzultimatum, 2021, installation view, Galleria Federico Vavassori, Milan

Daniele Milvio
Marina vecchia, 2021
Viper ed elaphe (deadstock)
98 x 98 cm

Daniele Milvio, Terzultimatum, 2021, installation view, Galleria Federico Vavassori, Milan

Daniele Milvio
Buon rientro, 2021
Sterling silver and enamels

Daniele Milvio
Ministro senza portafoglio, 2021
Sterling silver and enamels

Daniele Milvio, Terzultimatum, 2021, installation view, Galleria Federico Vavassori, Milan

Daniele Milvio, Terzultimatum, 2021, installation view, Galleria Federico Vavassori, Milan

Daniele Milvio
Porphyre Eglantine, 2021
Viper (deadstock)
69 x 111,6 cm

Daniele Milvio, Terzultimatum, 2021, installation view, Galleria Federico Vavassori, Milan

Daniele Milvio, Terzultimatum, 2021, installation view, Galleria Federico Vavassori, Milan

Daniele Milvio, Terzultimatum, 2021, installation view, Galleria Federico Vavassori, Milan

Daniele Milvio, Terzultimatum, 2021, installation view, Galleria Federico Vavassori, Milan

Daniele Milvio, Terzultimatum, 2021, installation view, Galleria Federico Vavassori, Milan

Daniele Milvio
158, 2021
Ayers and elaphe (deadstock)
80,5 x 130 cm

Daniele Milvio, Terzultimatum, 2021, installation view, Galleria Federico Vavassori, Milan

Daniele Milvio, Terzultimatum, 2021, installation view, Galleria Federico Vavassori, Milan

Daniele Milvio, Terzultimatum, 2021, installation view, Galleria Federico Vavassori, Milan

Daniele Milvio, Terzultimatum, 2021, installation view, Galleria Federico Vavassori, Milan

Daniele Milvio, Terzultimatum, 2021, installation view, Galleria Federico Vavassori, Milan

Daniele Milvio, Terzultimatum, 2021, installation view, Galleria Federico Vavassori, Milan

Daniele Milvio
Smog, 2021
Python (deadstock)
194,2 x 120 cm

Daniele Milvio
Tuta Absoluta, 2021
Ayers (deadstock)
92,7 x 150 cm

Daniele Milvio, Terzultimatum, 2021, installation view, Galleria Federico Vavassori, Milan

Daniele Milvio, Terzultimatum, 2021, installation view, Galleria Federico Vavassori, Milan

Daniele Milvio, Terzultimatum, 2021, installation view, Galleria Federico Vavassori, Milan

DANIELE MILVIO

TERZULTIMATUM

NOVEMBER 8 - DECEMBER, 2021

Compresi allora tutto il vuoto per mancanza di studi, e per l’ingegno mio limitato, e datomi presto alle letture, lessi in quel tempo quanti libri potetti aver per le mani. Divisi il denaro che mi
aveva fruttato il quadro dell’Inquisizione, che fu soltanto di 1.500 lire, in dodici parti, perché mi la bastar da tutto l’an- no, e, col proponimento di non far altro, in quel tempo, se non studiare intorno a un quadro, adattai subito la tela sul cavalletto. Scelsi come soggetto da trattare «le signore del 99 che, per sfuggir la plebaglia, si ritirano armate su Santelmo ». La situazione pareami trovata, riunendo quelle signore in casa della Pimentel, in un momento d’ansia, ed in aspettativa di qualche altra loro amica. Questa situazione era veramente bella, poi ch’essa mi permetteva di analizzare un per uno quei tanti tipi di generosa carità patria; ma tutt’altro che facile ne era l’esecuzione, e, giorno per giorno, mille difficoltà, da me non prevedute, mi sorgevano dinanzi [...] Perciò cassavo e ricassavo e, così, senza conchiuder mai nulla, passai ben più di dieci mesi.
Dopo i quali, vedendo finito il denaro, e trovatomi incapace, in tanto tempo di lavoro, a conchiuder nulla, mi diedi in pre- da al più sconsolato abbattimento. Finché un giorno, sconfi- datomi alla fine, m’avventai infuriato alla tela, la ridussi in mille pezzi, e mi diedi a caricare una pistola per uccidermi. Ma, nel momento di metter la capsula, mi arrestai, e mi posi, con freddezza, a pensar a quello che si poteva dire di me. – Oh presuntuoso, oh vigliacco, io non avevo saputo vivere! Io che avevo pure affrontate tante disgrazie, mi ammazzavo adesso perché non avevo saputo fare un quadro! E che colpa avevo io, se la natura vi aveva dato così limitato talen- to? - Gittai via la capsula, e dissi fra me: – Ecco, io vivrò come tanta gente, che col sudore della fronte, si procaccia, giorno per giorno, il suo tozzo di pane.
Da quel giorno diedi tutt’altro a’ miei studii, e, dopo alcuni mesi, riuscii ad ordinar, per incarico del Municipio, una scuola di disegno per gli operai. Ottenni con essa subito un discreto risultato, e mi fu dal Municipio assegnato lo stipendio di cento lire al mese. Dopo, ebbi altre scuole ed altri stipendii, onde, assicuratami, per l’avvenire, una certa posizione, volli riparare ad un’altra mancanza che vivamente sentivo, a quella, cioè, d’aver accanto una compagna con la quale potessi divider questo mio periodo di pace.
Entrato così in una vita, non dissimile da quella di tante altre oneste persone, fo qui finire i miei ricordi, che ho scritto solo perché, leggendoli, mio figlio ne tragga esempio ad affrontar con coraggio tutte le vicende della vita.

Gioacchino Toma

To Philip Morrell

Feb 3rd [1938]

52 Tavistock Square, W.C.1.

My dear Philip,
Of course I am touched, as well as flattered, that you should write to me –and I would have written before, except that, like you and all the rest of the world, I’m in the grip of influenza. So excuse both handwriting and mind weakness. I cant conceive why you should be afraid of writing when you have such extremely nice things to say. However, I admit I often tear up letters myself: one cant, even at my age, believe that other people want affection or admiration; yet one knows that there’s nothing in the whole world so important. Why is it? Why are we all so tongue tied and spellbound? Why, as you say, do we live three streets off and yet never meet? I think human beings are fundamentally crushed by a sense of their insignificance. You and Ottoline seem to me to have everything: why should you care a bent farthing what I think or feel? Thats the line it takes with me: and to my surprise, apparently with you.
But merely as an author, that curious extension or excrescence on the original V.W—I’m delighted with—first: your liking Jacobs Room [1922]: my own favourite, the only one I can sometimes read a page of without disgust: second, that you should actually have read, still more marvellously have liked, Night and Day [1919]: a book written in half hour laps in bed, and so tedious to remember, and, I have always been told, a complete failure to read. Nothing will make me read it: but owing to your letter, a faint sunset glow surrounds it on the shelf.
I’m so glad Ottoline is better. I always hope you both rea- lise what a part—and an unthanked part—you both played in the old civilisation. But why dont we renew it? Perhaps when I’m up and about you’ll come to tea. Anyhow thank you for your letter, and excuse this feeble answer.

Yrs V.W.